The Fall Guy (2024)

The Fall Guy (2024). La prima mezzora del film si può sintetizzare come una divertente rom-com acrobatica caratterizzata dalla classica struttura tripartita (placida condizione iniziale, caos, ritorno all’ordine), animata da un Ryan Gosling perfetto nella sua ennesima rimediazione divistico-ironica supportata da una buona prova attorica. Mentre ti appresti a lasciare la sala, e anche piuttosto soddisfatto, scopri drammaticamente che – dopo l’apparente riconciliazione “finale” tra i protagonisti, ossia Gosling e Emily Blunt -, purtroppo, sta per iniziare una seconda fase del racconto. 
Una seconda parte che si traduce in una lenta agonia – lunga un’ora e mezzo abbondante – che si smaglia sottoforma di traccia gialla (c’è un omicidio di mezzo), frammista alla love story (rimessa in discussione da uno spompato gioco degli equivoci) e a un film d’inseguimenti spettacolare (tipo fast & furious), laddove si ripetono acrobazie popolate da cattivi attori (con in testa la monocorde Blunt, qui imbarazzante a dir poco). Tutti quanti – regista, attori e, ahinoi, spettatori – scopriamo d’essere condannati a un contrappasso ingrato: ossia a superare le due ore per motivi contrattuali senza aver nulla da vedere/apprezzare. “The Fall Guy” diventa così un lungo déjà vu piuttosto mortificante, e forse lo è anche per gli appassionati del genere veloce e furioso, in cui il protagonista si salva e non certo per le sue doti finzionali di stuntman.
Per giunta il doppiaggio è orripilante: al netto di eventuali problemi della sala, pare pure missato male, fatto che aggrava ulteriormente una struttura di per se stessa particolarmente catastrofica (fuori metafora).

Autore: Cinex

Note ai film per nulla obiettive: una risposta sbagliata ai Dizionari da un vecchio blog più volte caduto in oblio, ma mai abbastanza.

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